cultura

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Il Dottore dei Libri

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L'inondazione del fiume Po del 1994 ha spazzato via interi villaggi in Piemonte. Tra tutti i danni trasmessi in televisione, uno fece particolarmente scalpore: l'archivio storico di Cesare Pavese, uno dei più famosi e amati scrittori italiani, fu sepolto dal fango. Lo sfacelo colpì particolarmente un uomo di nome Pietro Livi, presidente della Frati e Livi di Bologna, un'azienda che da quasi 20 anni si occupa di restauro e conservazione di testi antichi. A quel tempo, però, nessuno in Italia era attrezzato per questo tipo di salvataggio. In passato, i documenti allagati e infangati venivano affidati a ditte che utilizzavano metodi di restauro elementari che si rivelavano invasivi e inefficaci: I libri venivano semplicemente messi in forni o asciugati all'aria in grandi stanze, il che spesso lasciava i testi inutilizzabili e faceva solo proliferare le muffe.

Livi decise di scoprire se qualcuno in Europa avesse trovato un modo più efficace per salvare queste preziose testimonianze delle conquiste umane. Alla fine, in Austria, Livi trovò un essiccatore a freddo che prometteva bene, ma era troppo grande e costoso per una piccola azienda artigianale come la sua. Poi, nel 2000, il fiume Po straripò di nuovo. Nella città di Torino, interi archivi di illustri istituti e biblioteche finirono sott'acqua. Non sapendo cosa fare, la Soprintendenza archivistica italiana del Ministero dei Beni Culturali convocò Livi. A quel punto, Livi si era fatto una solida reputazione come maestro restauratore, avendo studiato l'arte del restauro dei libri con i frati benedettini. Ma si rese conto che per un progetto di questa portata, la sua competenza non era più sufficiente; aveva bisogno di una sorta di laboratorio rinascimentale, dove poter collaborare con professionisti di diverse discipline. Livi credeva che fosse arrivato il momento in cui il mondo del sapere artigianale e il mondo della tecnologia, troppo spesso considerati come opposti, dovevano dialogare tra loro, a vantaggio l'uno dell'altro.

L'articolo di Luisa Grosso

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Neuropsicoanalisi - Cos'è la Coscienza

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The Hidden Spring: A Journey to the Source of Consciousness

The Hidden Spring: A Journey to the Source of Consciousness è un libro di Mark Solms, uno dei pensatori più audaci delle neuroscienze contemporanee, scoprire come nasce la coscienza è stata la ricerca di una vita. Gli scienziati lo considerano il "problema più difficile" perché sembra un compito impossibile capire perché sentiamo un senso soggettivo di sé e come nasce nel cervello. Avventurandosi nella fisica elementare della vita, Solms è arrivato ad una risposta sorprendente. In The Hidden Spring, porta avanti la sua scoperta in un linguaggio accessibile e con analogie comprensibili.

Solms è una guida sincera e senza paura che ci conduce in un viaggio dagli albori della neuropsicologia e della psicoanalisi all'avanguardia delle neuroscienze contemporanee, aderendo al dimostrabile dal punto di vista medico. Ma va oltre gli altri neuroscienziati prestando molta attenzione alle esperienze soggettive di centinaia di pazienti neurologici, molti dei quali sono stati curati, le cui conversazioni inquietanti rivelano molto sulle branche più oscure del cervello.

A Sexy New Theory of Consciousness Gets All Up in Your Feelings

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William S. Burroughs - Cut-Up Technique

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Lo scrittore Beat William S. Burroughs prese questo concetto di base - la "Cut-Up Technique" e ci mise il suo tocco personale. Tra il 1961 e il 1964, Burroughs pubblicò "The Nova Trilogy", una serie di tre romanzi sperimentali costruiti con il suo metodo di cut-up. Spesso considerato il suo lavoro definitivo di scrittura cut-up, The Soft Machine, il primo romanzo della trilogia, ha cucito insieme pagine da una serie di suoi manoscritti scritti tra il 1953 e il 1958.

wikipedia
William S. Burroughs

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William Burroughs' Cut Up Technique

Kanji - La storia digitale

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Kanji - La storia digitale

Fontstand (instagram, twitter) ci racconta la storia di come la tecnologia ha affrontato il problema di riuscire a rappresentare gli ideogrammi sui primi computer. Un'impresa titanica visto che la memoria disponibile era poca e preziosa e gli ideogrammi si contano a migliaia.

Ai tempi dell'UC DOS i 4 font di base del cinese occupavano ben 8 dischetti, tanto da mettere in ginocchio qualsiasi computer fino ai primi anni '90.

All'inizio si fu costretti ad operare una selezione ed includerne solo una parte. Poi si cercò di passare dalla rappresentazione bitmap a quella vettoriale per risparmiare un 20-30% di memoria. Donald_Knuth (noto anche per TeX) creò Metafont, un programma per la rappresentazione di qualsiasi carattere in forma di equazioni geometriche.

Vetusware

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Douglas R. Hofstadter - Godel, Escher, Bach

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Douglas R. Hofstadter<br />
Gödel, Escher, Bach: un’Eterna Ghirlanda Brillante

Godel, Escher, Bach è valso a Douglas Hofstadter il premio Pulitzer al suo esordio come scrittore, nel 1979.

Il libro ("GEB" per gli affezionati) esplora temi comuni nelle vite e nelle opere del logico Kurt Gödel, dell'artista M.C. Escher e del compositore Johann Sebastian Bach, ed espone concetti fondamentali per la matematica, la simmetria e l'intelligenza.

Attraverso brevi storie, illustrazioni e analisi, "GEB" illustra come i sistemi possono acquisire un contesto significativo nonostante siano fatti di elementi "senza senso". Discute anche l'autoreferenzialità e le regole formali, l'isomorfismo, cosa significa comunicare, come la conoscenza può essere rappresentata e memorizzata, i metodi e i limiti della rappresentazione simbolica, e persino la nozione fondamentale di "significato" stesso.

In risposta alla confusione sul tema del libro, Hofstadter ha sottolineato che Gödel, Escher, Bach non riguarda le relazioni tra matematica, arte e musica, ma piuttosto come la cognizione emerge da meccanismi neurologici nascosti. Un punto del libro presenta un'analogia su come i singoli neuroni nel cervello si coordinano per creare un senso unificato di una mente coerente, paragonandolo all'organizzazione sociale mostrata in una colonia di formiche.[1][2]

La tagline "una fuga metaforica su menti e macchine nello spirito di Lewis Carroll" è stata usata dall'editore per descrivere il libro.

The Man Who Would Teach Machines to Think
The foundations of mathematics are unproven

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Daruma - La bambola della perseveranza

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daruma

I Daruma (達磨) sono delle bambole votive giapponesi che servono per rafforzare la propria forza di volontà. quando si esprime un desiderio si colora l'occhio sinistro concentrandosi su ciò che si vorrebbe realizzare. Poi si poggia il daruma da qualche parte e da lì in poi si continuerà a incontrare il suo sguardo sghembo che ci ricorderà il nostro proposito.

Inoltre dalla loro forma rotonda si capisce come rotolino, ma tornano sempre alla posizione di partenza. Questo è collegato al proverbio giapponese: 七転び八起 «Cadi sette volte, otto volte ti rialzi».

Laura Imai Messina per Il Circolo degli Anelli

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Sabine Hossenfelder

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Sul canale di Sabine Hossenfelder si trova ogni settimana un nuovo interessante video di fisica. In circa 10 minuti la ricercatrice tedesca spiega un concetto usando termini sorprendentemente precisi ed accessibili a (quasi) tutti.

Il suo stile di divulgazione è asciutto, centrato sull'argomento in questione ed estremamente efficace, condito da un particolare tipo di umorismo a volte quasi impercettibile e la grafica che serve per sottolineare e chiarire e non per stupire o attirare visitatori occasionali.

The Institute of Art and Ideas


All you need to know to understand 5G




How we know that Einstein's General Relativity can't be quite right