glossario giapponese

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Alcuni termini che compaiono spesso negli articoli. Quasi tutte le voci compilate a cura di falketta

Anime: dall'abbreviazione di animēshon, traslitterazione giapponese della parola inglese animation, "animazione", è un neologismo con cui in Giappone, a partire dalla fine degli anni settanta, si indicano l'animazione ed i cartoni animati, mentre in Occidente viene comunemente utilizzato per indicare le opere di animazione di produzione giapponese, comprese quelle precedenti l'esordio del lemma stesso. Secondo un'accezione generica in Occidente si tende a definire anime come sinonimo di "cartone animato giapponese" http://it.wikipedia.org/wiki/Anime

Bento: bento Il bento, o o-bento, si riferisce a un pasto completo per una persona impacchettato in una scatola così da poterlo portare fuori casa, preparato in genere per l’ufficio ma si usa anche da portare a party, pic nic e cene speciali tipo ultimo dell'anno, confezionato in una scatola preziosa e più grande. Il bento generalmente è composto da una porzione di riso o pasta, proteine (carne, pesce, tofu) e contorni che possono essere di verdure normali o sottaceto o cotte in tante maniere. http://bento.myblog.it/archive/2007/07/07/about-bento.html

Character Design: anche Chara design, è un'espressione inglese che significa letteralmente disegno dei personaggi. In animazione e nei fumetti, il character design è quella parte del lavoro che consiste nello studio grafico e nella caratterizzazione, in parte anche psicologica, dei personaggi della storia creati dall'autore. http://it.wikipedia.org/wiki/Character_design

Comiket: conosciuto anche come Comic Market o CM, è la più grande manifestazione dedicata ai fumetti al mondo. Viene tenuta due volte all'anno a Tokyo, in Giappone. La manifestazione dura due o tre giorni, ed è un'occasione per molti disegnatori in erba per pubblicizzare i propri lavori, soprattutto dōjinshi. http://it.wikipedia.org/wiki/Comiket

Cosplay: La parola Cosplay è l'abbreviazione di due termini inglesi, Costume e Play, termine utilizzato in Giappone verso la fine degli anni '80. Gli appassionati di manga, anime e videogame, hanno coniato questo termine, il cui significato letterale è "vestirsi per gioco", indossando i panni dei loro personaggi preferiti ed impersonandoli nei gesti e negli atteggiamenti. http://it.wikipedia.org/wiki/Cosplay

Dōjinshi: sono riviste giapponesi pubblicate in proprio. Il loro contenuto è generalmente collegato al mondo di anime e manga, ma esistono anche molte dōjinshi su videogiochi o telefilm (non necessariamente giapponesi). La maggior parte delle dōjinshi contengono brevi fumetti, cui seguono storie in prosa, illustrazioni e articoli. Le dōjinshi sono realizzate quasi unicamente da amatori, ma anche alcuni artisti professionisti vi partecipano, come mezzo per pubblicare materiale al di fuori dei normali canali dell'industria editoriale. Il vocabolo inglese più immediato per renderlo è quello di fanzine. Gli appassionati di dōjinshi, creatori o semplici acquirenti, frequentano apposite convention, la più grande e nota delle quali è il Comiket che si tiene Tokyo in estate ed inverno. http://en.wikipedia.org/wiki/D%C5%8Djinshi
Più in generale il termine dōjin si riferisce a una cerchia di persone che condivide una passione e o un interesse e si usa non solo per le riviste ma anche per videogames indipendenti (同人ソフト / 同人ゲーム, dōjin sofuto / dōjin geimu), CG (同人CG, dōjin shiijii), musica (同人音楽, dōjin ongaku) e hentai (エッチ同人, ecchi dōjin).

Fanservice: è un termine gergale usato, soprattutto con riferimento agli anime ed ai manga, per indicare l'attenzione prestata da parte della produzione circa particolari marginali o gratuiti che non hanno un peso reale sulla trama, ma sono presenti solo per soddisfare le richieste di un certo tipo di pubblico (per dare, appunto, un servizio ai fan). Di solito quando si parla di fan service si fa riferimento a quello di tipo sessuale, ma ce ne sono anche di altri tipi; secondo alcune critiche anche i camei, omaggi, citazioni e guest star rientrano in questa categoria. http://it.wikipedia.org/wiki/Fanservice

Ganguro: è un tipo di abbigliamento alternativo in voga tra le giovani donne giapponesi che è diventata popolare intorno all'anno 2000 e tuttora corrente. Dalla moda è derivata anche una sorta di subcultura ganguro. I distretti Shibuya e Ikebukuro di Tokyo sono il centro della moda ganguro. La moda/subcultura ganguro fa parte della scena Gyaru. Nella moda ganguro vengono combinate una abbronzatura molto scura con i capelli tinti di biondo, arancione, o di un grigio argentato. Viene utilizzato dell'inchiostro nero come eye liner e del correttore bianco come ombretto e rossetto. Vengono spesso aggiunti delle ciglia finte e una cipria perlata. Elementi tipici di questa moda sono inoltre delle zeppe, degli abiti molto colorati, come ad esempio dei sarong tie dye, delle minigonne e molti braccialetti, anelli e collane. L'abbronzatura molto scura è in diretto conflitto con l'ideale giapponese tradizionale di bellezza femminile. A causa di questo e del forte uso di slang, di un senso anticonvenzionale della moda e una percezione di mancanza di igiene, le ragazze ganguro sono quasi sempre ritratte in modo negativo dai media giapponesi. http://it.wikipedia.org/wiki/Ganguro

Gothic Lolita: gothic lolita mana è un tipo di abbigliamento nato in Giappone intorno alla fine degli anni '70, in uso tra le adolescenti giapponesi e in parte tra giovani donne e uomini. Trae ispirazione dal costume vittoriano per bambini e dagli abiti estremamente elaborati del periodo Rococò per alcune stampe e per l'uso di pizzi e nastri, ma anche dall'abbigliamento tipico americano anni '50 e '60: corpino stretto fino in vita e gonne ampie. Fulcri della nascita di questo stile sono i quartieri Harajuku, Shinjuku e Shibuya, a Tokyo. Nello stile la parola “lolita”si riferisce all'aspetto più "infantile" degli abiti, o alla duplice natura "adulta e bambina" dei vestiti. "Adulta" per la ricercatezza degli accostamenti, nonché per le regole stilistiche che lo identificano con un insieme di vestiti e accessori particolari che non potrebbero essere indossati diversamente. "Infantile" per le linee degli abiti, per i ricami, le stampe di categorie e l'utilizzo di pizzo e fiocchi, anche se talvolta l'aspetto infantile viene stemperato in altre categorie. http://it.wikipedia.org/wiki/Goth_lolita

Harajuku: è il nome comune della zona circostante la stazione di Harajuku, sulla linea Yamanote, a Shibuya, uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo. L'area è universalmente nota per essere una fucina di stili di strada e le tendenze giovanili estremamente innovative. http://it.wikipedia.org/wiki/Harajuku

Hentai: è una parola giapponese che significa "anormalità" o "metamorfosi". In Giappone si utilizza anche con il significato di "sessualmente perverso", ed ha una connotazione molto negativa, in quanto indica forme di "anomalia sessuale" o di perversione. Al di fuori del Giappone viene usato per riferirsi a opere a sfondo pornografico. http://it.wikipedia.org/wiki/Hentai

Idol: si riferisce a una teenager (più raramente il termine può riferirsi a ragazzi) che diventa molto popolare nel mondo dello spettacolo soprattutto in virtù della sua avvenenza. Si può trattare di cantanti o gruppi musicali di musica pop (o "j-pop", analoghi in qualche modo alle boy band e girl band occidentali), attrici televisive, modelle e così via. Il fenomeno ha una grande rilevanza nella cultura popolare giapponese; al loro apice, le idol sono onnipresenti sui media e sono oggetto di un vero e proprio fanatismo. La loro parabola tende a essere di breve durata tanto che in alcuni contesti il termine idol viene usato proprio implicando l'idea un fenomeno di popolarità tanto travolgente quanto effimero. http://it.wikipedia.org/wiki/Idol

Kawaii: kawaii come l'analogo termine anglofono cute, significa letteralmente "carino". Tuttavia, a partire dall'inizio degli anni ottanta, il termine indica anche una serie di personaggi fittizi di manga, anime, videogiochi o altro, e gli oggetti loro collegati, e quindi tutta la subcultura che ne deriva, fatta di modi di vestirsi, di adornarsi, di parlare, di scrivere, di comportarsi, che riguarda nello specifico (ma non soltanto) le ragazzine o i ragazzini più giovani, prevalentemente in Giappone. Qualcosa di kawaii non deve essere soltanto "carino", deve essere piccolo, semplice, indifeso, innocente o ingenuo. Possibilmente colorato in modo tenue e a tonalità pastello: colori chiari, bianco e rosa in particolare. I personaggi kawaii, quindi, hanno un aspetto infantile, tratti e proporzioni minuti ed essenziali, occhi grandi, teneri ed espressivi. http://it.wikipedia.org/wiki/Kawaii

Kigurumi: è un termine giapponese per indicare il cosiddetto gioco delle bambole viventi; si tratta di costumi composti da una calzamaglia completa e da una maschera di gomma o resina con le fattezze di un personaggio dei manga. Spesso il kigurumi viene confuso con il più noto e diffuso cosplay, ma differisce da esso per il fatto che il costume è completo e comprende anche una calzamaglia completa e una maschera fatta in resina, a volte, ma molto raramente, in gomma o in lattice. Esempi occidentali di kigurumi, seppur in maniera leggermente diversa, sono le mascotte che si possono trovare in parchi a tema come Disneyland, Gardaland, etc. Per quanto riguarda il Giappone, sono presenti quasi in tutte le fiere del fumetto. http://it.wikipedia.org/wiki/Kigurumi

Kuroko: (o kurogo: persona/vestito (ko), nero (kuro)) e' un addetto di scena nel teatro vestito tutto di nero che permette l'esecuzione di effetti particolari. https://www.masayume.it/wp_static/giappone/kuroko.html

Meido e Maid cafè : è un tipo di caffetteria a tema nata recentemente in Giappone. Caratteristica fondamentale di un maid cafè è la maid, una ragazza in un particolare tipo di divisa da cameriera di foggia vittoriana o francese, riccamente decorata con pizzi e l'immancabile grembiule. Al costume si accompagna la cura dell'ambiente e l'istruzione delle cameriere, che accolgono i clienti con la frase «Ben rientrato a casa, onorato padrone!» e possono intrattenerli con giochi od esibizioni canore. Il fenomeno è affine al cosplay, ed spesso è vissuto come tale dalle stesse maid. http://it.wikipedia.org/wiki/Maid_caf%C3%A9

Manga: è un termine giapponese che in Giappone indica i fumetti in generale. In Giappone i fumetti hanno un ruolo culturale ed economico rilevante, e sono considerati un mezzo artistico ed espressivo non meno degno della letteratura, del cinema o di altri mass media. Al contrario di quanto generalmente si crede, i manga non rappresentano un genere, ma sono chiamati così, in Giappone, i fumetti di qualunque target, tematica ed anche nazionalità. Al di fuori del Giappone, il termine manga è invece usato per indicare semplicemente i fumetti giapponesi. http://it.wikipedia.org/wiki/Manga

Moe: è una parola giapponese che originariamente si riferisce all'attrazione o all'amore per i personaggi dei videogiochi, degli anime e dei manga. Per esempio meganekko-moe "moe per le ragazze con gli occhiali", descrive una persona che è attratta da personaggi con gli occhiali. Il termine ha poi assunto un significato più generale, corrispondente ad un hobby, un entusiasmo, una passione. Moe! è anche utilizzato nella comunità degli animefan come una interiezione che si riferisce ad un personaggio che l'interlocutore considera un moekko, una ragazza candida oppure una persona affascinante e graziosa. Spesso viene considerato un termine senza un significato preciso e assoluto, ma che si utilizza associato a personaggi ritenuti graziosi, adorabili per esempio una ragazza dolce ma imbranata e per questo ispirante simpatia. http://it.wikipedia.org/wiki/Moe_%28slang%29

Odaiba: a volte conosciuta come Daiba e a volte come città teleporto di Tokyo, è una grande isola artificiale nella Baia di Tokyo, in Giappone. Oggi Odaiba è una popolare meta turistica per gli abitanti di Tokyo, oltre che per gli stranieri. È poi tappa obbligata per chi ama fare shopping. http://it.wikipedia.org/wiki/Odaiba

Otaku: letteralmente "casa altrui", è un termine giapponese utilizzato per indicare negativamente un soggetto ossessivamente interessato a qualcosa, mentre in occidente solitamente lo si impiega nella più ristretta e non spregiativa accezione di "appassionato di manga ed anime". http://it.wikipedia.org/wiki/Otaku

Seiyuu: volgarmente "doppiatore". In Giappone, dove vengono prodotte il 60% delle serie animate del mondo, si aprono carriere fenomenali per gli "attori con la voce". Oltre al grande numero di episodi e personaggi da interpretare, ci sono anche partecipazioni a show televisivi, trasmissioni radio e, per chi canta, un ampio mercato discografico con tanto di concerti. http://en.wikipedia.org/wiki/Voice_acting_in_Japan

Shibuya: è uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo. Shibuya è senza dubbio una delle zone più dinamiche della città. Il quartiere è illuminato da megaschermi, presenti su tutti i palazzi della zona, e vi si trova una grande varietà di negozi (soprattutto d'abbigliamento e musica) e ristoranti e love hotel. I giovani di Shibuya si esprimono attraverso l'arte del cosplay e le mode ganguro e kogal, rendendo così il quartiere ancor più colorato e particolarmente caratteristico. http://it.wikipedia.org/wiki/Shibuya

Sugoi: esclamazione tipica dei giovani giapponesi. Il suo corrispettivo inglese potrebbe essere “cool”, quello italiano “figata”.

Tsundere: tsundere shikinami asuka soryuu langley Contrazione dei termini tsuntsun (ツンツン, di chi si gira disgustato) e deredere (デレデレ, romantico). E' un tratto tipico della personalità di molti personaggi anime, soprattutto femminili. Una lista di personaggi di questo tipo si può trovare qui: http://anidb.net/perl-bin/animedb.pl?show=lexicon&mode=character&lexico…
In breve il significato della parola è: "tosta fuori, tenera dentro".
http://en.wikipedia.org/wiki/Tsundere