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Gaming the System

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Gaming the System


Gaming the System (anche truccare, abusare, imbrogliare, mungere, giocare, lavorare o rompere il sistema, o giocare o piegare le regole) può essere definito come l'uso delle regole e delle procedure destinate a proteggere un sistema per, invece, manipolare il sistema per ottenere un risultato desiderato.

Secondo James Rieley, autore e consulente britannico per gli amministratori delegati, le strutture delle aziende e delle organizzazioni (politiche e procedure esplicite e implicite, obiettivi dichiarati e modelli mentali) determinano comportamenti dannosi per il successo organizzativo a lungo termine e soffocano la concorrenza. Per alcuni, l'errore è l'essenza del gioco del sistema, in cui una lacuna nel protocollo consente pratiche errate che portano a risultati non voluti.

Sebbene il termine abbia generalmente una connotazione negativa, il giocare col sistema può essere fatto per scopi benevoli ovvero ostacolare e smantellare organizzazioni corrotte o oppressive.

The irrational guide to gaming the system


Gallery of Physical Visualizations

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Gallery of Physical Visualizations


Gallery of Physical Visualizations è una panoramica cronologica di visualizzazioni fisiche e artefatti correlati, curata da Pierre Dragicevic e Yvonne Jansen. L'elenco conta attualmente 370 voci. È possibile ricevere notifiche sui nuovi inserimenti anche tramite Twitter.

Yakama Time Ball
Quipus Peruviano
Abaco indossabile della dinastia Qing
Slumber: Encefalogramma Telaio


Theodore Gray - Elementi, Molecole, Reazioni

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Theodore Gray Elements

"A 12 anni ho costruito un laboratorio di chimica nel mio seminterrato e da allora mi occupo di chimica. Ma ho imparato più cose sulla chimica leggendo questo trio di libri di Theodore Gray di quante ne abbia mai imparate a scuola. È sorprendente perché questi volumi sembrano essere libri fotografici, pieni di immagini di pezzi di metallo, riprese ad alta velocità di reazioni chimiche e foto di oggetti quotidiani. Ma in mezzo a queste fotografie insolite ci sono le migliori spiegazioni di come e perché funziona la chimica. Il più bello dei tre è "Gli Elementi", un centinaio di ritratti dei veri eroi del nostro universo; il più istruttivo e divertente per me è "Reazioni", che rivela perché la materia funziona. Se vi piacciono questi libri, passate a "Molecole". Li ho letti tutti con meraviglia."

- KK, Recomendo

archive.org
goodreads
Lo Zecchino d'Oro del 2054


Krazy Kat e E. E. Cummings

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Krazy Kat Herriman E. E. Cummings

Krazy Kat è un fumetto scritto e disegnato da George Herriman dal 1913 al 1944.

E. E. Cummings era uno dei più grandi fan di Kat. Nel 1922 scrisse da Parigi per chiedere ritagli di giornale agli amici americani. ("Grazie inoltre per una Kat di indescrivibile bellezza!", scrisse a un amico che lo accontentava). Nella sua introduzione del 1946 alla prima edizione delle strisce raccolte, Cummings scrisse che il mattoncino tirato in testa dal topo Ignatz scatenava la gioia all'interno del "gioco ultraprogressivo" del mondo reale, con le sue regole prestabilite, di cui violava la più sacra: "NON GIOCARE". (Winnicott definisce il gioco come "l'evidenza continua della creatività, che significa vivacità"). Herriman dà piacere senza la gratificazione istantanea di una battuta, mettendo in crisi l'attesa traiettoria della gag. Il mattone che sfreccia sulla pagina non pone fine alla battuta; i giochi finiscono, ma il gioco è infinito. Non c'è un vincitore e, se c'è, è Krazy che, per ragioni private, interpreta il mattone come amore."

"Bill Watterson, il creatore di Calvin e Hobbes e megafan di Herriman, ha scritto: "Le montagne sono a strisce. Le mesa sono maculate... L'orizzonte è un basso muro che i personaggi scavalcano... La luna è uno spicchio di melone, sospeso a testa in giù". Herriman si destreggiava con tutti gli elementi che la forma consentiva: la lingua (creolo iperbolico, spagnolo, yiddish); la comicità (esistenziale, vaudevilliana, burlesca); e il genere: Kat non è né lui né lei, ma piuttosto, come diceva Herriman, "un folletto", i cui pronomi cambiano all'interno di una striscia e occasionalmente all'interno di una frase, rendendo infinite le possibili configurazioni ed errori di comunicazione del fumetto.

The Paris Review ci racconta di E. E. Cummings and Krazy Kat.


Influenza

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influence

Ian Leslie, in un mondo fatto di meme e costante pressione sulla corteccia dei social media, ci racconta come "essere influenzati".

Prestare attenzione alle proprie influenze
Essere più consapevoli di ciò che vi influenza e come. Riconoscere quanto di ciò che si pensa, si sente e si fa viene raccolto dagli altri, consciamente e inconsciamente, e cercare di diventare più consapevoli. Gli artisti prestano attenzione a questo aspetto perché amano le loro influenze, ma allo stesso tempo riconoscono la necessità di separarsi da esse.

Riconoscere che siamo fatti di influenze esterne.
Una delle intuizioni di Harold Bloom è che l'originalità non esiste. Ci sono solo poeti che adottano, assimilano e si divertono con altri poeti. Non c'è niente di più ansiogeno dell'ingiunzione di "essere se stessi". Implica che ci sia un "tu" autentico, non contaminato da influenze, che deve essere scoperto o rivelato. Che sia questo il punto da cui derivano molte delle attuali ansie sull'identità? Le persone sentono di dover essere un individuo autentico e questo le porta a dire "io sono X" o "io sono Y", il che significa in realtà adottare un'identità di gruppo. Ma non è necessario pensare in questi termini. Gli artisti in genere non lo fanno, anche se vengono venerati per la loro originalità. Una volta che si riesce a vedere se stessi come un semplice punto di congiunzione di tutta una serie di influenze, dai genitori agli insegnanti, ai feed seguiti, agli articoli e ai libri letti, ci si può rilassare ed essere sè stessi. Ci si può invece concentrare sul rendere il proprio insieme di influenze il più unico, stratificato e ricco possibile. Nessun altro si troverà nel proprio "punto di snodo".

Organizzare le proprie influenze.
Il che porta a questo principio: pensare sempre al proprio portafoglio di influenze e influencer. Al lavoro o a scuola, ci si circonda di persone che tirano fuori il meglio da noi, che ampliano la nostra immaginazione, che approfondiscono la nostra empatia, ecc. (Il vecchio monito dei genitori "stai lontano da lui, ha una cattiva influenza" è saggio, anche se i genitori non sono sempre i migliori giudici di chi è cattivo o buono). I nostri feed mediatici sono progettati per stimolare, sorprendere e nutrire o solo per creare ansia e rafforzare le cattive abitudini?

Interrogarsi sulle influenze
Tutti noi abbiamo influencer e influenze preferite: persone che conosciamo, celebrità, artisti, amici, scrittori e... influencer. Libri, programmi televisivi, film. Il più delle volte siamo felici di accettare che queste siano le persone e le cose che ammiriamo e cerchiamo di emulare. Ma ciò che le carriere artistiche ci mostrano è l'importanza di riflettere su queste influenze, chiedendoci cosa c'è di buono e di cattivo in loro, e come potremmo desiderare di essere diversi da loro e come vorremmo essere uguali. Come si può prendere ciò che di bello c'è nelle proprie influenze preferite e allo stesso tempo andare oltre?
Impostando filtri più stretti. Una cosa molto interessante è la tensione tra ampiezza e profondità delle influenze. Ad esempio sul modo in cui i compositori precedenti al XX secolo hanno assorbito le influenze. Schubert è stato profondamente influenzato dalle sinfonie di Beethoven, ma quante volte ha sentito un'orchestra suonarne una? Una o due volte? Schubert non poteva richiamare tutta la musica del mondo e ascoltarla come possiamo fare noi. I giovani Lennon e McCartney svilupparono una memoria incredibile per le canzoni, in parte perché a casa avevano una collezione limitata di dischi. Ascoltavano molte canzoni solo una o due volte alla radio o a casa di amici, prima di assimilarle. Oggi i compositori hanno a disposizione una vasta e apparentemente infinita biblioteca di musica disponibile all'istante. In teoria questo dovrebbe renderli migliori, ma ovviamente la maggior parte di loro ha ancora molta strada da fare prima di raggiungere Schubert e i Beatles. Quindi forse c'è un vantaggio nel restringere e limitare le proprie influenze, oltre che nell'ampliarle.

image credit: Tanmay Vora

Mail Tecniche Interne

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Internal Tech Emails è un account twitter che svela lo stile di scrittura e i contenuti dei "big player" dell'industria. Mostra come si muovono sulla scacchiera degli asset internazionali, cosa provano a fare per trarne vantaggio o per difendersi e da che cosa.

Una interessante possibilità, rara, di dare un'occhiata dietro le quinte, per avere un riscontro di quello che succede fra le righe dei comunicati stampa, sempre ben studiati a tavolino.


AI Assisted Writing - Un Nuovo Metodo per Scrivere



In questa creative writing AI demo il fondatore di Sudowrite Amit Gupta mostra come gli scrittori possono collaborare con la AI (GPT-3) per accelerare la loro produzione.

Il nuovo, rivoluzionario, processo viene descritto con cura in questo articolo The Great Fiction of AI. Si svelano i quirk di gioventù del software, che ovviamente risente moltissimo del materiale sul quale è stato allenato, tende a far comparire spade in mezzo a dialoghi sui porticati e cerca continuamente di far fare sesso ai protagonisti.

E' evidente che questo nuovo metodo privilegerà un nuovo genere di autore, che sarà in grado di sfruttare al meglio questa leva, e forse anche le sue eccentricità, pubblicando storie a ritmi insostenibili anche per gli scrittori più zelanti. Dopo essere stati travolti da un mare di informazioni siamo destinati ad annegare anche in un mare di fiction.

GPT-3
La guida a Sudowrite
Sudowrite per D&D