Quando le cose vanno in pezzi

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when things fall apart
L'insegnante e monaca buddista tibetana Pema Chödrön ha scritto Quando le cose vanno in pezzi, un libro sul processo di trasformazione attraverso tempi difficili. "Solo nella misura in cui ci esponiamo continuamente all'annientamento ciò che è indistruttibile può essere trovato in noi".

Nel corso della vita di chiunque arriva un momento in cui siamo rasi al suolo oltre la nostra capacità di recupero da perdite al di fuori del nostro controllo: lacerazioni del cuore che sono quasi insopportabili, che ci lasciano privi di un terreno solido. Che fare allora ?

La paura è un'esperienza universale. Anche l'insetto più piccolo la sente. Se mettiamo un dito vicino ai corpi morbidi e aperti degli anemoni di mare loro si chiudono immediatamente. Tutto lo fa spontaneamente. Non è una cosa terribile provare paura di fronte all'ignoto, fa parte dell'essere vivi, qualcosa che condividiamo tutti. Reagiamo contro la possibilità della solitudine, della morte, di non avere nulla a cui aggrapparci. La paura è una reazione naturale all'avvicinarsi alla verità.
Se ci impegniamo a rimanere esattamente dove siamo a sentire, allora la nostra esperienza diventa molto vivida. Tutto diviene molto chiaro quando non si può fuggire.

Quando iniziamo a farlo davvero, verremo continuamente umiliati. Non c'è più spazio per l'arroganza che deriva dall'avere degli ideali. L'arroganza che inevitabilmente cresce verrà continuamente abbattuta dal coraggio di riuscire a fare un passo avanti. Il tipo di scoperte fatte attraverso la pratica non ha nulla a che fare con il credere in qualcosa. Ha molto di più a che fare con il coraggio di morire continuamente.

La vita può essere un buon insegnante e un buon amico. Le cose sono sempre in transizione, se solo riuscissimo a capirlo. Nulla va mai esattamente come avremmo voluto. Questo stato sbilanciato e incompleto è in realtà una situazione ideale in cui non possiamo essere sorpresi e possiamo aprire i nostri cuori e le nostre menti oltre ogni limite. È qualcosa di tenero, gentile, indeterminato.

Riuscire a stare con questa scossa, restare con un cuore spezzato, con uno stomaco che borbotta, con la sensazione di disperazione e di volersi vendicare, questo è il percorso del vero risveglio. Rimanere con quell'incertezza, e sviluppare l'abilità di rilassarsi in mezzo al caos, imparare a non farsi prendere dal panico: questo è il percorso spirituale. Ottenere il talento di catturare noi stessi, di catturarci delicatamente e compassionevolmente, è il percorso del guerriero. Ci riprenderemo un milione di volte, ed ancora una volta, che ci piaccia o no, ci induriamo nel risentimento, nell'amarezza, nella giusta indignazione, induriamo in ogni modo, anche nel senso di sollievo, nel senso di ispirazione.

In effetti, stiamo abbandonando del tutto il controllo e lasciando cadere concetti e ideali. Questo inizia con la consapevolezza che qualunque cosa accada non è né l'inizio né la fine. È esattamente lo stesso tipo di normale esperienza umana che sta accadendo alle persone comuni dall'inizio dei tempi. Pensieri, emozioni, stati d'animo e ricordi vanno e vengono, e la nozione di base è sempre la stessa.

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