Claire Evans è una scrittrice e musicista. E' la cantante e coautrice del gruppo pop YACHT. E' stata redattrice di Motherboard, scrive per VICE, Rhizome, The Guardian, WIRED e Aeon.
Il suo pezzo cosa è successo al cyberpunk sollecita una riflessione su un genere, uno stile che, trascorsi quasi 40 anni dalla sua nascita, trae una strana energia anche dalla dicotomia tra futuribile e retro.
Metro Exodus è il gioco giusto nel quale immergersi dopo aver sofferto in modo così viscerale per la visione di Chernobyl (HBO).
La russia post-apocalittica immaginata nei libri di Dmitri Glukhovsky è un mondo interessante, sorprendente, nel quale abbandonarsi e respirare l'atmosfera di una fine del mondo non così scontata come quelle dei triti cliché hollywoodiani.
Il mitico Sam Battle di Look Mum No Computer ci spiega in mezz'ora densa del suo spirito giocoso e della sua passione per musica e hacking la storia e tecnologia della sintesi modulare.
Usando diversi programmi come Animate CC (il vecchio Flash) e After Effects per l'animazione e Photoshop e Clip Studio Paint per il design il team di tre ragazzi olandesi 64bits realizza video parodie dei giochi più famosi.
Il team di Kurzgesagt realizza, usando After Effects e Illustrator, un video al mese di divulgazione scientifica per oltre 9 milioni di follower. I concetti vengono spiegati usando uno stile che loro stessi definiscono "nichilismo ottimistico".
Christopher Barnatt, che ha insegnato informatica e studi futuri all'Università di Nottingham per 25 anni, carica ogni settimana i suoi video su Explaining Computers. Il professor Barnatt ha scritto tredici libri tra cui "Digital Genesis: The Future of Computing, Robots and AI", "3D Printing" e "The Next Big Thing".
Dietro Kamui Cosplay c'è un poker d'assi, Svetlana e Benni (con Zelda e Midna che fanno da mascotte). I risultati estetici sono impressionanti soprattutto in termini di prop, led e costumi complessi. E c'è la possibilità cogliere moltissimi trucchi per imparare ad usare vari arnesi, lavorare materiali, cucire, modellare in 3D e creare ogni genere di abito, copricapo e oggetto.
Ouroboros è un antico simbolo raffigurante un serpente o drago che mangia la propria coda. Originario dell'antica iconografia egizia, l'ouroboros è entrato nella tradizione occidentale attraverso la tradizione magica greca ed è stato adottato come simbolo nello gnosticismo e nell'ermetismo e soprattutto nell'alchimia.
Il termine deriva dal greco antico: οὐροβόρος, da οὐρά (oura, "coda") e βορά (bora, "cibo"). E' un simbolo molto affine al concetto di "senza fine" che caratterizza la generazione procedurale.
Nel suo TED-ed "The power of creative constraints" Brandon Rodriguez ci sottolinea la grande importanza dei vincoli nell'aiutare la creatività. Non sembra qualcosa di così intuitivo, ma questi limiti diventano guide dove appoggiarsi e sostenere un maggior slancio di fantasia.
Ad esempio chiunque conosca la storia dei videogame sa che agli albori, intorno agli anni '70, i chip e la memoria erano così poco potenti che i programmatori e i game designer dovevano continuamente inventare soluzioni che spesso davano il via ad interi generi. Oggi invece che anche uno smartphone è migliaia se non centinaia di migliaia di volte più potente di quei vecchi chip, tutti i giochi si somigliano (per non parlare dei cloni) e sono facilmente etichettabili come appartenenti ai generi che riscuotono maggiore successo commerciale.
Questi vincoli sono così utili che spesso un artista, o uno sviluppatore, sarebbe bene se li imponesse da solo, in modo intelligente, in modo da alimentare la propria vena creativa, non certo per aggiungere frustrazione.
Se il tempo scarseggia, è molto meglio tagliare sui dettagli inutili e focalizzarsi solo su ciò che è essenziale. Ma questo è vero anche quando di tempo ce n'è in abbondanza !