Faceapp al Museo
Io comunque il sorriso della Mona Lisa me lo ricordavo più enigmatico.
Tutta colpa della ragazza di Olly Gibbs, designer per Empire, che gli ha suggerito di portare il cellulare con faceapp al museo.
Io comunque il sorriso della Mona Lisa me lo ricordavo più enigmatico.
Tutta colpa della ragazza di Olly Gibbs, designer per Empire, che gli ha suggerito di portare il cellulare con faceapp al museo.
Aesop Fables, il sito che raccoglie tutte le oltre seicento fiabe di Esopo, si avvia verso i 20 anni (ed in effetti l'aspetto del sito non sfugge a qualche considerazione in merito).
Ciascuna delle brevi favole del leggendario autore greco ha per protagonisti animali ed oggetti, che sono ovviamente allegorie dei comportamenti umani, e termina con una morale, spesso scritta esplicitamente.
sciencefiction interfaces raccoglie immagini di interfacce viste in film e serie tv.
Un ottimo image repository da cui prendere spunto per realizzare questo genere di cose anche in programmi e app reali.
Chris Martens, professoressa al computer science department dell'università NC State si occupa da anni di ricerca sulla narrativa procedurale ed i suoi metodi formali.
Ha sviluppato "ceptre" (tutorial), un linear logic programming language che permette di definire sistemi evolutivi con molti elementi indipendenti.
Una raccolta di articoli che scavano dietro le apparenze e scendono in profondità nel fenomeno dei social media e di facebook.
The unbearable sadness of Mark Zuckerberg
Dramageddon: The Virtual Civil War
TechScape: Facebook’s biggest problem? Mark Zuckerberg
Bring Back Our Downvotes: Society Desperately Needs It
Facebook ha condizionato l'opinione pubblica
Il Fondatore di Pietro Minto
Social network, spirito del tempo e necessità di rallentare
Wired: 15 months of fresh hell inside facebook
Early facebook employees regret the monster they created
2018 di facebook: annus horribilis
Hostile media effect. I media tra ragioni, torti e pregiudizi
Tecniche avanzate di riconoscimento facciale
Come il bottone "like" ha rovinato internet
TV & US fiction: D.F.W.
L'isolamento dei millenials
Trucchetti
Stalking
Hack yourself
Tracking di dati
Neurosi
Un algoritmo ti osserva
Classificazione Utenti
Reddito di socialanza
Tipi di Social Media Users, Tipi diversi
Dipendenza
Troll
Le prove dell'infelicità
Facebook: bastano tre “Like” per capire se sei gay
image: Christopher Mineses for Mashable
... e fa ancora molto ridere !
Il progettino di questa settimana mi è un po' sfuggito di mano. Il siomixbot, sceglie casualmente pannelli dai fumetti a 4 vignette di Sio e li assembla in una nuova pagina, pubblicata su twitter.
Da sempre sono appassionato di "generatori" di contenuti, il primo di cui ho memoria scriveva nomi di personaggi in stile Tolkien. Proprio con questo "generatore" ho subito notato che, spezzare in sillabe i veri nomi dei personaggi mantenendone l'ordine, anzichè un approccio più astratto nel generare anche le sillabe stesse, produceva risultati migliori.
Ed è la stessa cosa con i fumetti di Sio, nei quali i personaggi si somigliano tutti (per fortuna) e le cui vignette sono divertenti di per sé. Inoltre, trattando temi tipici (la pizza, la vita, nonsense, vari guai), si ricombinano a volte in fumetti quasi all'altezza degli originali.
Ma oltre a questo la cosa forse più interessante è la dimostrazione di quello che dice Scott McCloud, ovvero
che il fumetto è quella cosa che avviene tra le varie vignette, alla quale la nostra immaginazione cerca di trovare un significato.
In questo interessante articolo pubblicato su comicsbeat Sean Gordon Murphy (autore di "The Wake", "Hellblazer: City of Angels", "Chrononauts") riflette sullo stato del comicdom americano, alla luce della crisi Vertigo e della asfissiante presenza dei social media e dei loro contenuti nella vita dei lettori.
Il fumetto di Brian K. Vaughan e Marcos Martin "The Private Eye", con la formula del "pay-what-you-want" è sicuramente una strada interessante, ma occorre fare attenzione al flusso di denaro che investe sempre meno autori ed artisti e che sta cambiando profondamente i rapporti in una industria che non è comunque mai stata troppo generosa chi ne faceva parte.
La natura artistica e commerciale del fumetto, analogamente a quella del cinema, è sempre causa di un difficile equilibrio, soprattutto quando una crisi editoriale di proporzioni planetarie non accenna a terminare. Ma ovviamente il fumetto, come qualunque altro media, non sparirà mai.
Ed ecco, semplicemente, un ipotetico poster cinematografico per un kaiju eiga ambientato su Marte con David Bowie come protagonista che combatte a bordo di un robottone.
By Rory Phillips.
image: "Strife on Mars"
In questo articolo: The 7 Differences Between Professionals and Amateurs, di Jeff Goins ci sono alcune interessanti osservazioni, una salta all'occhio, pensare che: "il successo [...] sia trovare l'idea giusta o la grande occasione. In verità il successo in qualsiasi campo ha più a che vedere con l'esercitarsi con impegno sulla propria tecnica".
In sostanza un'opera non è semplicemente un punto di arrivo (riproducibile in sé), ma è a tutti gli effetti un percorso, ed è impossibile arrivare a fare qualcosa di significativo senza intraprendere una strada e proseguirla con pervicacia. La stessa cosa vale per la felicità.
Corollario: non esistono scorciatoie.
1. La chiarezza arriva dopo aver intrapreso una azione
2. I principianti vogliono arrivare. I pro vogliono migliorare.
3. I principianti si esercitano quanto basta. I pro non smettono mai.
4. I principianti saltano verso un sogno. I pro costruiscono un ponte.
5. I principianti temono il fallimento. I pro non si spaventano.
6. I principianti affinano una abilità. I pro costruiscono un portfolio.
7. I principanti vogliono essere notati. I pro vogliono essere ricordati.
Dominique Ferland è un game designer (Flinthook) ed illustratore.
image: "Stuck in an impossible riddle"